Nino Martino
L’esperienza di Villaspeciosa. Un’esperienza di didattica della scienza in una terza primaria di Villaspeciosa, Istituto comprensivo di Decimoputzu (Cagliari). È possibile fare scienza divertendosi con i bambini/studenti e, insieme, sopravvivere felici, mantenere il gusto della scoperta e nello stesso tempo il rigore dei concetti?
È possibile fare scienza divertendosi con i bambini/studenti e, insieme, sopravvivere felici, mantenere il gusto della scoperta e nello stesso tempo il rigore dei concetti? È quello che abbiamo provato a fare in una classe terza della scuola primaria di Villaspeciosa ( Istituto Comprensivo di Decimoputzu).
Per tutto il secondo quadrimestre sono stati fatti cinque interventi in classe, insieme alle insegnanti titolari. Dopo ogni intervento i bambini/studenti scrivevano “temi” su quello che avevano visto e fatto, e poi facevano disegni. Ogni intervento è stato registrato e filmato. Le due docenti hanno trascritto le registrazioni, raccolto il materiale fotografico, costruito passo passo un ebook con tutto il materiale elaborato da noi e dai bambini. In corso d’opera sono state apprese e usate le cosiddette Nuove Tecnologie, il materiale via via prodotto veniva caricato in una “nuvola”, dove ciascun componente del team (docenti più formatore) scaricava, modificava, interveniva. Si sono appresi tutti gli strumenti necessari per fare ebook in formato epub.
Ma l’aspetto principale non è l’uso delle NT. Sono state usate necessariamente e si sono imparate per necessità e questo significa che comunque la ricaduta in termini di utilizzo futuro delle stesse è stato decisamente superiore a quanto si apprende in corsi di formazione indirizzati specificatamente all’uso delle NT in quanto tali.
Potete scaricare l’ebook che riporta integralmente l’esperienza di Villaspeciosa, con tutti i report del lavoro in classe, notazioni e appunti utilizzando i link alla fine dell’articolo, scegliendo il vostro formato preferito per la lettura
L’aspetto principale è stata una didattica della fisica (della scienza in genere) fatta partendo dagli esperimenti. Ovvero: mostrare un fenomeno e incominciare una ricerca, insieme ai bambini/studenti, e mai, invece, mostrare un fenomeno, magari d’effetto, e darne subito la spiegazione. Anche se l’aspetto gioco è sempre stato presente nel nostro lavoro (perché non ci si deve divertire facendo scienza?) siamo lontani da una Fisica Spettacolo.
Nella Fisica Spettacolo si fanno vedere alcuni effetti speciali, degli esperimenti che colpiscono la fantasia; spesso si mostrano comportamenti della materia e del mondo fisico completamente inaspettati e si cattura così l’attenzione e curiosità. Ma è spettacolo. Davanti a un pubblico relativamente passivo. Svegliata la curiosità spesso si dà la spiegazione del fenomeno. E il tutto risulta monco, manca la parte della ricerca spinta dalla curiosità, la ricerca da parte degli studenti/spettatori. In genovese: “meggiu che ninte” (meglio che niente). Chi fa abitualmente questo tipo di presentazioni fa opera meritoria ma non sufficiente a nostro avviso.
L’obiettivo principale del nostro lavoro è stato invece l’apprendimento di un metodo (per quanto flessibile e soggetto a possibili cambiamenti e adattamenti), di ricerca sul mondo. L’esperienza mostra che le cose apprese in questo modo non si dimenticano più (dal punto di vista delle nozioni scientifiche) e nello stesso tempo il bambino/studente diventa capace di fare autonomamente ricerca su fenomeni nuovi.
Abbiamo ragione di credere che questa impronta possa rimanere poi a vita, che sia un atteggiamento “scientifico” vero e che questa impronta debba essere data proprio a partire dalla scuola primaria per poi proseguire in tutto l’arco di studi, sviluppandosi e approfondendosi anche a livelli formali elevati. Ovvero forse questo può essere un esempio concreto di cosa voglia dire l’espressione “curricolo verticale”.
Anche la struttura di questo ebook, scaricabile liberamente nel formato che preferite usando le iconcine che trovate in alto a destra di questa pagina web , è un riflesso della metodologia didattica adoperata. Inutile fare mappe, diagrammi e dare prescrizioni di come si dovrebbe fare o non fare. Molto meglio far vedere come le cose funzionano nella pratica concreta di una classe.
Per ognuno dei cinque argomenti trattati c’è un capitolo che tratta l’argomento con un possibile modo di intervento e una previsione di quello che può succedere in classe. Poi c’è un report di quello che è veramente successo in classe ( non avviene quasi mai che le previsioni esauriscano la realtà operativa in classe, sono i bambini/studenti che interagiscono in modo a volte imprevedibile e spesso affascinante). Per necessità di “pesantezza” in termini di Kb, nell’ebook scaricabile in questa pagina non ci sono le immagini di tutti i temi e di tutti i disegni dei bambini/studenti, ma solo l’integrale delle previsioni e dei report, con il testo di un tema e di un disegno di un bambino per ciascun argomento, a mo’ di esempio. Gli argomenti trattati: dilatazione dell’aria con il calore, costruzione di un termometro, bolle di sapone e loro proprietà, la luce e i colori della luce, elettromagnetismo, principio di Archimede.
Potrebbe essere interessante vedere l’integrale di tutti i lavori dei bambini. L’ebook in forma integrale con tutti i lavori dei bambini lo potete scaricare liberamente dal sito web dell’Istituto Comprensivo di Decimoputzu (se l’hanno mantenuto. Il digitale e larete sono belli ma hanno ancora una certa … volatilità).
Se poi volete vedere cosa si può fare con questa metodologia potete, sempre in La Natura delle Cose, andare nella pagina “L’esperienza di Zuoz”, oppure prossimamente nella pagina “Le bolle di sapone al Liceo Michelangelo di Cagliari”, in via di costruzione. In entrambi i casi il livello formale raggiunto è elevato e partire dagli esperimenti in laboratorio ha comunque consentito di stare nei temi previsti dai programmi (andare in laboratorio NON fa perdere tempo, lo fa risparmiare anche se può sembrare strano rispetto al senso comune corrente…).