L’affascinante processo della scrittura sembra rifiutare regole, schemi, canoni. Cosa c’è dietro a un buon romanzo, un buon racconto, cosa c’è nel teatro della mente? Alcuni spunti di riflessione nell’intervista alla scrittrice Giovanna Repetto
Tutti scrivono, tutti pubblicano, magari in self publishing, tutti vanno in televisione a tessere reti di parole e a mostrarsi rampanti. Non sembra difficile. Allora uno si dice, dai, ci voglio provare anch’io, voglio scrivere un bestseller per andare anch’io in televisione. Ma che genere scelgo, qual è il più acchiappante? Ed è subito ansia.
Un biologo, un astrofisico, un sociologo possono immaginare, creare e strutturare le loro storie in modo che abbiano attinenza con la loro disciplina, disponendo di una base di informazioni e di documentazione molto più ampia e attendibile rispetto a quella di un non esperto. Dall’intervista allo scrittore Alberto Costantini emerge che anche la disciplina della storia basta e avanza per crearci sopra tutta la fantascienza che vogliamo.
Letteratura dell’immaginario italiana. Un’iniziativa dell’associazione culturale La Dimora partita un paio di anni fa, ha costruito nel tempo una grande video galleria di chiacchierate con gli autori italiani contemporanei di letteratura dell’immaginario. Ogni mercoledì va on line una chiacchierata con un autore, con la partecipazione anche di altri scrittori. Si è formata nel tempo un’incredibile massa d’informazione, dibattiti, spunti, critiche che vanno dalla fantascienza al fantastico e al fantasy.
Il movimento solarpunk, un nuovo sottogenere della fantascienza, offre possibilità di sviluppo interessanti ma vive al suo interno una profonda contraddizione. Mentre un suo filone potrebbe portare a una rivoluzione del modo di produzione basato sul profitto, un altro porta invece, paradossalmente, a sostenere l’attuale sistema funzionando come distrattore di massa e nascondendo la reale radice della catastrofe climatica.
…Conviene dunque stornare l’attenzione sostituendo il mistero con una recitazione del mistero, con una rappresentazione di finti misteri, che in quanto misteri non sono indagabili, non stimolano la curiosità di capire. E la scienza da sempre si è mostrata incapace di indagare la recitazione del mistero, la rappresentazione di un finto mistero. Che è vero. In realtà, in quanto scienza, non ci pensa nemmeno a perdere il suo tempo in queste cose…
In una società tecnologicamente e scientificamente molto avanzata la rete di sistemi, di modalità, di relazioni è diventata gigantesca. E per sopravvivenza nascono teorie irrazionalistiche, a profusione. È frutto della lotta per la sopravvivenza.
Fra tutte le filiazioni del genere fantastico, la fantascienza e le sue varie diramazioni — narrativa di anticipazione, ucronia, distopia, fantascienza catastrofica, xenofiction… — occupano un posto particolare. Questo ampio e vario filone letterario, infatti,usa uno dei cardini del fantastico, ovvero l’irruzione di un elemento incompatibile con la realtà presente condivisa, senza però violare le leggi del mondo, bensì collocando l’avvenimento o la sua origine in luoghi e tempi lontani: un pianeta lontano, il futuro, anche il passato) che non creino conflitti con il presente
Sia nella fantascienza che nel fantastico, che nella letteratura dell’immaginario, comunque è sempre un meccanismo che rompe la quotidianità. E in questa rottura emerge ciò che è dietro la maschera, non è più possibile l’andazzo quotidiano, così riposante. Tutto si mette in moto, le persone sono travolte, devono pensare, agire, intervenire per quello che sono veramente. Nasce la possibilità di una critica sociale.
Settemila lingue parlate da noi terrestri. Una vera babele, che non ci distoglie dal fantasticare su un eventuale contatto alieno. Se è così difficile capirsi, perfino fra coloro che parlano la stessa lingua districandosi fra gli opposti ostacoli della limitatezza e della complessità, qual è il vero enigma a cui incessantemente si tenta di dare risposta?
la fantascienza, il fantastico, il romanzo storico e la ricerca storica.
Un biologo, un astrofisico, un sociologo possono immaginare, creare e strutturare le loro storie in modo che abbiano attinenza con la loro disciplina, disponendo di una base di informazioni e di documentazione molto più ampia e attendibile rispetto a quella di un non esperto. Dall’intervista allo scrittore Alberto Costantini emerge che anche la disciplina della storia basta e avanza per crearci sopra tutta la fantascienza che vogliamo.