Dina Lentini
intervista di Dina Lentini a Mathieu Konan Brou sul progetto Les Filles-Espoir du millénaire in Costa d’Avorio. Una scelta didattica a sostegno della gioventù, della donna e della società africana
1. il Progetto les “filles-espoir du millénaire” ha l’obiettivo di sottrarre le scolare più svantaggiate al destino di violenza che le aspetta in caso di abbandono della formazione minima cui tutte le persone hanno diritto. Giustamente parlate di “droit à une éducation de qualité “ come un diritto da inserire fra i diritti fondamentali. E’ naturale che i risultati dopo solo due anni di attività non siano del tutto soddisfacenti, ma sono già un grande passo in avanti. Pensate di riuscire a proseguire reperendo nuovi finanziamenti o rafforzando l’opera di volontari internazionali? Avete dei contatti per questo?
Innanzitutto, mi presento
Sono Konan Brou Mathieu, insegnante che si occupa di formazione, titolare di un diploma in Geografia, indirizzo Ambiente e preparo un master di secondo livello in Ambiente all’università Felix Houphouët Boigny di Cocody (Abidjan), possiedo, inoltre, un attestato di specializzazione in Diritti dei bambini in Africa e un altro in Avviamento ai diritti dell’Uomo conseguito presso il Centre de Recherche et d’Action pour la Paix(CERAP).
Ho partecipato a diversi seminari di formazione nel campo dei diritti dell’uomo, delle donne e dei fanciulli in Africa.
La mia ambizione è quella di lottare per la causa dei bambini nel mondo, di sensibilizzare gli adulti ad un’attenzione positiva circa il futuro scolastico delle ragazze svantaggiate e di sostenere le filles-espoir du millenaire nel successo scolastico.
Rispondendo alla prima delle vostre domande, il progetto “filles-espoir du millenaire” mi sta a cuore perché è centrato sul successo scolastico delle ragazze, perciò, parlando di finanziamenti, ce ne sarebbe gran bisogno per realizzare le attività di sostegno scolastico, dei corsi di rinforzo, la realizzazione delle opere d’arte, le visite ai musei e altre modalità di apprendimento. Le attività proposte sono, infatti, intense al fine di poter massimizzare la riuscita scolastica di queste ragazze attraverso l’impiego di diversi insegnanti. In verità non ho avuto contatti con nessuna struttura di finanziamenti, il materiale per la preparazione delle opere d’arte è stato ricevuto qualche volta grazie ad una ONG di partenariato, ma, a parte questo, mi occupo con risorse personali delle necessità relative al mio impegno.
2. Oggi la Côte d’Ivoire, dopo la guerra civile del 2011, non è un paese del tutto pacificato. Poiché nei vostri programmi è prevista l’educazione alla pace, potete approfondire quali contenuti e letture avete programmato di svolgere per aiutare la trasformazine di queste ragazze svantaggiate in giovani cittadine?
Per noi la pace è la base prioritaria di ogni sviluppo armonioso e, in particolare dopo la crisi, l’educazione alla pace è stata un elemento essenziale per rafforzare la coesione sociale nel paese. Così le filles-espoir ricevono ogni volta delle sollecitazioni a questo riguardo da parte di soggetti esterni alla scuola: ONG, Fondazioni, come la CDF (Children Dream Fondation) etc.
Man mano mi rendo conto che queste ragazze desiderano essere cittadine libere, uguali, in un paese sviluppato. Per questo abbiamo lavoraro con l’ONG “Grain de paix”” della Svizzera per una sensibilizzazione circa l’importanza della pace in Côte d’Ivoire.
3. Oggi, come in tutta la realtà internazionale, il vostro paese sembra essere diviso fra ricchezza e povertà. Pensate che i segnali di ripresa economica diano qualche speranza? Cosa pensate del progetto governativo “Agir pour le jeunes” varato proprio quest’anno? Potrebbe aprire la strada anche alle vostre ragazze, una volta completata la scolarizzazione primaria?
Il nostro paese aspira al ruolo di paese emergente per il 2020, è davvero una speranza che la ripresa economica sia per la Côte d’Ivoire un processo di sviluppo continuo e armonioso. Lo sviluppo stabile di un paese è basato su una gioventù responsabile e dotata di una buona formazione. Di conseguenza agire a vantaggio dei giovani è secondo noi una buona cosa perché le filles-espoir possano sperare di inserirsi in una società proiettata in senso durevole verso lo sviluppo.
4. E’ sempre di quest’anno il programma governativo di scolarizzazione obbligatoria de 6 à 16 ans e il reclutamento di oltre 5000 insegnanti, di cui oltre 4000 per il livello primario. Questo cambierà la situazione anche a Abobo?
La vista delle bambine impegnate a vendere al gran mercato di Abobo durante i giorni di scuola mi ha spinto ad adoperarmi perché le ragazze rimanessero a scuola, per quanto riguarda quelle già scolarizzate. Di conseguenza la scolarizzazione da 6 a 16 anni è la miglior cosa che io desidero per loro. È un progetto di larga prospettiva e grande determinazione il cui successo ci auguriamo tutti noi già impegnati nel mantenimento a scuola della ragazza.
5. In Abobo c’è oggi un forte movimento culturale e una volontà di recupero e miglioramento sociale, come le iniziative di teatro partecipato. I vari gruppi culturali, gli insegnanti, le iniziative religiose e laiche hanno dei collegamenti?
Sicuramente esiste un legame tra tutti questi movimenti indicati che puntano a migliorare la coesione sociale ad Abobo, un quartiere che ha molto sofferto della crisi post-elettorale. Il teatro partecipato permette una sensibilizzazione della gente circa il valore di una pace durevole nel nostro paese. La cultura facilita lo sviluppo.
6. So che molte organizzazioni cattoliche italiane intervengono da tempo ad Abobo e in Côte d’Ivoire. Voi, in particolare, che legame avete con l’Italia?
Le organizzazioni cattoliche che svolgono un buon lavoro ad Abobo e in Côte d’Ivoire sono da noi apprezzate a giusto titolo perché anche esse contribuiscono alla coesione sociale. Per me, in particolare, l’Italia è il paese che mi ha permesso di conoscere l’Europa, io ci sono stato per un incontro internazionale sulla pedagogia di Freinet (RIDEF 2014 a Reggio Emilia dal 21 al 30 luglio 2014). Le mie attività hanno avuto una certa energia grazie all’ONG terre des hommes Italie che attraverso il suo rappresentante in Côte d’Ivoire, Mr RABBIOSI Alessandro, mi sostiene nei miei interventi. É veramente grazie a lui che ho ricevuto la visita di un canale televisivo italiano nel 2014. Inoltre lavoriamo tenendoci in contatto con Marta Fontana, una dei partecipanti alla RIDEF 2014 in Italia.
Ringrazio anche Mr Antonino Martino e sua moglie Dina Lentini che apprezzano enormemente le mie attività per il mantenimento a scuola delle ragazze.
7. Voi avete individuato diverse cause che portano le ragazze svantaggiate alla demotivazione verso la scuola e al fallimento scolastico. Potete elencare quelle che sono secondo voi le principali?
le cause del fallimento scolastico delle ragazze svantaggiate sono numerose, ma possiamo citare:
– la povertà dei genitori, problema comune ai paesi non sviluppati;
– le gravidanze in ambito scolastico, che rendono difficile la frequenza della scuola da pare delle ragazze;
– l’analfabetismo dei genitori;
– la negligenza delle ragazze, che subiscono fortemente l’educazione di strada;
– la mancanza di sostegno per ovviare alle difficoltà della ragazza.
8. Lo scopo di questa intervista è far conoscere ai lettori il vostro progetto, potreste dare qualche esempio delle vostre attività? Quali sono, all’interno dei programmi, le letture che proponete? Date spazio al racconto, alle storie tradizionali, a letture moderne? Riuscite a interessare le ragazze a un minimo di conoscenze scientifiche? Svolgete un’informazione sull’alimentazione e nel campo igienico sanitario?
É una bella domanda. Le mie attività per il mantenimento a scuola delle ragazze sono piuttosto numerose:
– corsi di sostegno per quelle ragazze delle classi Cm2 di livello debole. Rafforziamo il livello in Matematica, Scienze, Francese, Storia e Geografia. É importante per noi riprendere le nozioni che sono state mal comprese;
– le attività di sensibilizzazione circa i mali come le gravidanze in ambito scolastico, le malattie come VIH, SIDA e sul virus Ebola che imperversano in Africa occidentale. Noi facciamo opera di sensibilizzazione sull’igiene e la condizione del nostro ambiente;
– le attività di disegno permettono ad ognuna di esprimersi attraverso le proprie opere ed evocano, fra l’altro, il diritto dei bambini ( diritto all’educazione, diritto alla vita, diritto all’identità)e questo sviluppa la loro sensibilità e umanità;
– le attività con le ONG terres des Hommes, la Clinique juridique di Abobo e la CDF che hanno come obiettivo di promuovere i diritti dell’infanzia e favorire l’incontro tra ragazzi per promuovere la coesione sociale tra loro.
Per noi la storia è lo studio del passato, per noi è veramente importante parlare regolarmente del passato dei popoli africani discutendo della tratta dei negri, dell’indipendenza delle nostre giovani nazioni africane, del popolamento del nostro paese e della vita tradizionale.
Noi prepariamo un progetto di disegno di maschere storiche per vedere l’immaginazione delle ragazze. Qui il nostro livello minimo in area scientifica è basato sui corsi di elettricità, parlando di circuiti elettrici semplici e dei pericoli connessi alla corrente domestica, e corsi che sono all’interno dei nostri programmi scolastici di cui cerchiamo di migliorare la comprensione. Saremo felici di beneficiare della vostra esperienza in merito a questo soggetto che mi appassiona.
9. Voi siete un pittore e, tra i materiali, ho visto disegni fatti dalle ragazze. Poiché l’attività artistica e la pittura in particolare hanno enormi possibilità d’intervento, potete raccontarci qualche esperienza fatta con le ragazze che ne ha sviluppato la sensibilità?
É magnifico per me utilizzare le mie qualità artistiche per condurre una buona animazione dei gruppi di lavoro e usare il disegno come motivazione per queste ragazze di debole livello scolastico. Le opere realizzate da queste ragazze sono di qualità.
Così le ragazze attraverso i loro disegni che toccano l’umanità, esprimono le loro sofferenze quotidiane e reclamano al tempo stesso il loro diritto, che resta prioritario per la loro evoluzione. Comprendono che l’uomo è al centro di ogni sviluppo rispettoso dei diritti dell’uomo.
10. Infine, mi piacerebbe sapere quali sono i vostri progetti professionali e se insegnerete ancora ad Abobo continuando ad occuparvi del progetto.
Ho cominciato in modo disinteressato questa lotta per la tenuta a scuola delle ragazze di debole livello scolastico, punto allora ad una grande comunicazione delle mie attività, a lavorare in una struttura internazionale come l’UNICEF o altro che lotti per i bambini del mondo intero e a massimizzare la riuscita scolastica delle ragazze di Abobo e tutelare il buon andamento dei loro diritti.
Si, desidero restare sempre ad Abobo per prendermi cura del progetto, ma occorre sapere che le difficoltà delle ragazze riguardano molte regioni del mio paese e nella stessa Africa occidentale, limitarmi ad Abobo sarebbe meglio se il sostegno alle ragazze scolarizzate rimanesse una priorità per tutti.
Se il nostro più alto obiettivo resta il conseguimento da parte di una ragazza scolarizzata del diploma universitario, ci auguriamo una forte comunicazione su ogni progetto che punta a tenere la ragazza a scuola, perché la donna autonoma possa così partecipare attivamente allo sviluppo delle nostre nazioni.
In sintesi, diciamo che ogni approccio pedagogico deve mirare al superiore interesse del bambino nel suo apprendimento. La scolarizzazione della ragazza resta lideale, ma è prioritario mantenerla a scuola perché educare una ragazza può contribuire a sradicare la povertà e promuovere la pace nei nostri paesi africani. Insieme, preveniamo l’abbandono scolastico della ragazza in Africa e particolarmente in Côte d’Ivoire (Rapporto 2014).
BROU KONAN MATHIEU dit MATEO de BROU, enseignant et artiste peintre
Mail :broumathieu@yahoo.fr
Tél :22547801578
La saluto, condividendo la vostra idea che anche solo un anno in più di scuola può cambiare il destino di una giovane ragazza. Complimenti a voi e al vostro gruppo.
Con amicizia, Dina Lentini
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