Nino Martino
Tex Willer è ancora il fumetto d’edicola più venduto, a distanza di 75 anni dalla sua comparsa. Flash Gordon è un mito della fantascienza a fumetti. Cos’è che li può accomunare nell’immaginario collettivo?
Una volta, per curiosità, chiesi alla mia edicolante qual è il fumetto più venduto. C’era di tutto, esposto. Copertine acchiappanti, colori sgargianti.
“mah, non è che ora si vendano molto, perlomeno non come qualche anno fa. Ma ce n’è uno che venda ancora tanto. È quello che vendo di più”
“quale?”
Me lo indicò.
“Tex Willer, vende tantissimo, la gente non perde un numero. Anche mio marito li colleziona”
“Perché? Secondo lei come mai?”
“Non lo so. Forse la gente , noi, abbiamo bisogno di immedesimarci in lui…”
Feci un giro anche su un social dedicato a Tex Willer. Non ricordo cosa ne venne fuori se non qualche cosa di sostanzialmente simile alla risposta della mia edicolante.
Tex Willer è onesto, coerente, generoso, altruista. Lotta al fianco dei più deboli. Debella frotte di cattivi.
E va per le spicce. Un paio di cazzotti sono spesso un toccasana, un scioglilingua miracoloso. Sta dalla parte dei pellerossa, racconta un west in cui i bianchi non sono sempre buoni. Ci sono delinquenti, ci sono bande, ci sono persone che pensano solo ai propri interessi, che uccidono, distruggono, ingannano la povera gente. E c’è Tex, con il figlio ormai grande al suo fianco, diverso da lui ma come lui. C’è l’anziano Kit Carson e il suo fido Tiger Jack.
Formano una squadra affiatata che lotta “dalla parte degli umili”. Quando arrivano giustizia è fatta. Chi legge sa com’è fatta la vita. Ogni giorno è costretto a vedere e sentire e subire tutto quello che nel mondo reale succede.
E non c’è niente di peggio dell’ingiustizia, dell’oppressione, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Non c’è solo questo nella vita, ma l’indignazione che queste cose suscitano sembra sbattere contro un muro di potenti. La corruzione è sempre presente. E i corrotti affermano che tutti hanno un prezzo e se tu non sei corrotto è perché non è stato trovato il prezzo giusto per te.
Politicanti senza scrupoli utilizzano i bisogni e i desideri della gente per rovesciarli a loro uso e consumo, a mantenere il proprio potere. Sembra a volte che non ci sia soluzione.
Tex Willer è incorruttibile. Esiste, quindi può esistere chi non si fa corrompere, comprare. Esiste chi non ha prezzo. La vita non ha prezzo, la dignità, l’onestà. L’aiutare i più deboli, lottare dalla loro parte.
E quando parte il cazzotto che stende il cattivo è una vera catarsi per noi tutti. È il cazzotto che tutti noi vorremmo dare a certe facce toste che oltre ad essere delinquenti ti ridono persino in faccia, riparati da stuoli di avvocati prezzolati…
Flash Gordon è un altro bel tipo, adeguatamente muscoloso (anche biondo, ma fa niente…), che è costretto ad andare su un altro pianeta, con la sua Dale. E lì incontra di tutto: c’è l’imperatore cattivo, ci sono gli schiavi, ci sono gli uomini falco, uomini nerboruti dotati di ali che volano (a dire il vero le loro ali sono un po’ piccole rispetto al compito di volare con un corpo così massiccio…). Gordon non perde tempo e appoggia ogni rivolta contro l’impero. Trame, intrighi di palazzo, la figlia dell’imperatore Ming si innamora di Gordon. Il fumetto è splendido per il tratto del disegno di allora, per i continui colpi di scena, per il senso del meraviglioso che lo accompagna.
Ma soprattutto sia Flash Gordon che Tex Willer e i suoi pards sono assai pratici. Di fronte alle novità, di fronte alle difficoltà non si arrendono mai, studiano come fare a superare i problemi, non si deprimono, hanno fiducia nella possibilità che alla fine siano i buoni a trionfare.
Hanno magari i loro problemi, a Tex Willer la sua amata è stata uccisa, in passato, e la sua ombra e il suo amore l’accompagnano. Ma non è depresso, non è dark, non ha oscuri segreti nel suo passato. Come Flash Gordon, che è peraltro un po’ più tutto di un pezzo.
Possono avere dubbi, incertezze, come tutti, ma al momento della lotta sono granitici.
E noi ci immedesimiamo in loro. Ci affascina la possibilità di una vita diversa, giusta, positiva, piena di entusiasmo, sicuri che alla fine sarà la giustizia a trionfare, che gli schiavi abbiamo una vera possibilità di rivolta.
E nell’immaginario collettivo entrano entrambi nella leggenda.
Per entrare nella leggenda, per avere seguito, per acchiappare pubblico e vendite non è necessario inserire orrori, effetti splatter, personaggi con orrido passato, tormentati e incerti. Flash Gordon e Tex Willer non sono come noi, sono come noi vorremmo essere. Mangiano bistecche e patatine come Kit Carson, amano, soffrono, si ribellano, sentono profondamente la passione. In fondo potremmo essere come loro, nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano, perché, attenzione, non sono supereroi, non hanno poteri miracolosi, non sfrecciano nel cielo e non lanciano raggi di energia. Sono persone che si mettono alla testa delle rivolte contro l’ingiustizia, che uniscono, che hanno la capacità di guidare pur rimanendo esseri umani.
Il desiderio di identificazione con un super eroe è altra cosa, è a affermare che la rivolta giusta è impossibile senza super poteri immaginari. È abbandonare la lotta. È dichiarare impossibile il trionfo della giustizia sociale. È sfogare la propria umiliazione quotidiana in un sogno assolutamente assurdo.
Alla base, senza parere e non dichiarate, due diverse concezioni della vita e delle possibilità.
2 risposte a “Fumetti e eroi evergreen”
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Cosa hanno in comune questi due otre al fatto di essere eroi maschili pistoladotati? 🤣 Ho letto l’articolo e mi è piaciuto, anche se vi sono sfaccettature ulteriori… Oltre il loro riflettere ciò che vorremmo essere (meglio: ciò che crediamo di voler essere) Sono anche eroi che nascono riflettendo i loro tempi ma hanno evoluzioni diverse. Flash Gordon non ha avuto modo di maturare nel tempo come ha avuto invece occasione Tex che era nato anche graficamente come clone di John Wayne, ma che poi evolve, anche con storie che con il classico western macho hanno poco a che fare – la saga di Mephisto per dirne una – e da Ombre Rosse scivola spesso in Soldato Blu.
In questo mi pare che Flash sia invece più sclerotizzato su se stesso, e d’altra parte credo sia anche inevitabile. Come il Barsoom di Carter, anche Mongo di Gordon esiste solo in quanto bolla statica di una SF eroica canonizzata e immutabile…
(Parole a caso scritte in treno prima di scendere) 😉-
ciao Mario! Sono contento che l’articolo ti sia piaciuto. L’articolo comunque non voleva essere una critica-recensione complessiva dei due fumetti. Mi interessava cogliere i motivi del loro successo. Mettere in evidenza un aspetto positivo dell’immedesimazione. Forse oggi ce n’è molto bisogno. Ogni cosa di narrativa, di arte, di musica nasce nel suo tempo, questo è chiaro. La musica barocca, per esempio, era una musica di corte, rivolta a una élite, molto nobile, molto sedicente raffinata. Michelangelo dipingeva le chiese, come Giotto, e ai tempi di Michelangelo c’erano i tribunali dell’Inquisizione. Nel 7 gennaio 1934 nasce il fumetto di Flash Gordon, all’epoca delle folle plaudenti del mento in fuori. Forse l’importante, proprio oggi in cui mi viene in mente l’incipit di Vittorini di “Conversazione in Sicilia”, è quello di cogliere un messaggio positivo, la parte positiva che decretò il successo di questi due fumetti, apparentemente così diversi. Magari la gente cova in modo sotterraneo un desiderio di unirsi e rivoltarsi, di credere che sia possibile non essere corrotti, che sia possibile lottare non per sostituire un potere con un altro potere. Tex e Flash non lottano per avere più potere, per sostituirsi nel ruolo del bandito e dell’oppressore. Alcuni oggi ritengono che ciò sia assai ingenuo e inattuale. Ma non tutti, credimi, non tutti. Dai, un filo di speranza forse c’è…
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Mario Pesce
nino